giovedì 21 marzo 2013

Lo conosci? Gianni Berengo Gardin

Siamo così presi dalla perfezione digitale, dalle foto da 20MP scattate a 12500 iso, dai filtri anti rumore, che vedere la grana di una pellicola in bianco e nero di qualche anno fa ci fa specie. Qualcuno potrebbe dire "Ma che bassa risoluzione! Potevano stamparla meglio...".
Le superfici omogenee, ultrabrillanti, dai colori saturi in modo innaturale fanno ormai parte del nostro concetto di foto ed è un'idea difficile da rimuovere.

Ma andiamo con ordine.

Sabato avevamo un appuntamento di lavoro a Venezia e così abbiamo approfittato per fare un giro, scoprire qualche calle a noi ancora sconosciuta, gustare qualche ombra di rosso e andare a vedere una mostra spettacolare:
Berengo Gardin - Storie di un fotografo


La più completa antologica realizzata ad oggi, oltre 130 immagini splendidamente stampate, rigorosamente in bianco e nero e, come dice il timbro apposto sul retro delle sue fotografie, "Vera fotografia non corretta, modificata o inventata al computer".

La grana di cui parlavo prima l'abbiamo trovata proprio su queste foto. In alcune, complici il forte contrasto e l'ingrandimento, faceva apparire l'immagine come un dipinto a china. In altre rendeva i soggetti materici, tridimensionali. Per me è stata protagonista proprio come lo erano quegli "attimi di vita sospesa, senza tempo" (per citare la presentazione della mostra) immortalati dalla pellicola. Una calda emozione!

Non conoscete Berengo Gardin? Niente paura, in rete si trova tutto il suo immenso archivio ma tra queste immagini credo che troverete qualcosa di familiare.







Berengo Gardin è sempre stato contrario all'uso del digitale nella fotografia ed è un convinto sostenitore della foto pura, senza ritocchi in postproduzione. L'unica eccezione l'ha fatta per provare la nuova Leica M Monochrome (ne avevo parlato qui). È uscito in strada, ha fatto due passi e ha scattato questa foto:


Le sue impressioni sono state positive. Le mie, vedendo questa foto, sono di rispetto e ammirazione per un uomo che a 83 anni è così innamorato del suo lavoro e ha così tanta curiosità da volersi mettere ancora in gioco.

La location della mostra è la Casa dei Tre Oci nella poco conosciuta Giudecca, la parte di Venezia staccata dal resto della città e che guarda San Marco immersa in un'atmosfera di straordinaria tranquillità.

Venezia vista dall'alto. La Giudecca è l'onda sotto il pesce.


La facciata della Casa dei Tre Oci (casa dei tre occhi)














Tutte queste foto le ho scattate con la mia vecchia compatta Olympus C5060 in manuale e in RAW.
Fatto che ha rallentato notevolmente il salvataggio e la visione, tanto da non permettermi di ricontrollare lo scatto appena fatto. Sembrava di essere tornato alla pellicola, quando dovevi per forza aspettare sviluppo e stampa per sapere se ne usciva qualche immagine decente. È stato divertente ed emozionante al tempo stesso. In tema con la mostra appena vista.

Alla fine non abbiamo resistito all'acquisto del catalogo (dove, come sempre, le foto non rendono al massimo) e della locandina in formato 70x100 che va ad inaugurare una nuova collezione da mettere in bella vista su questa parete:

A sinistra, più in piccolo, la locandina della mostra "Giorgio Casali" che abbiamo visto a Verona e che merita un post tutto suo. Prossimamente...

Ecco un'intervista dell'anno scorso.


venerdì 8 marzo 2013

Il Maestro e Margherita


Ho appena finito di rileggere per l'ennesima volta il mio romanzo preferito: “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov.
Rilettura digitale quest'anno, pur avendo la mia amata copia cartacea non ho resistito alla versione e-book a 0,49 centesimi. La differenza con il suo omonimo cartaceo sta in quelle 550 pagine di carta in meno che ne alleggeriscono il peso ma non il fascino.

A proposito... prossimamente magari vi racconto come mi trovo con il Kindle che Enrico mi ha regalato alcuni mesi fa.

Dicevo... il mio romanzo preferito!
Sono arrivata a questa folgorazione attorno al Natale 2004, quando il libro (quello cartaceo e voluminoso) mi è stato regalato da Chiara con tanto di data e dedica.
Da allora, pur essendo una lettrice piuttosto vorace, nessuno ha preso il suo posto; è decisamente il libro che verrebbe con me in un lungo esilio nello spazio.
Il bello di rileggere spesso un libro che già si conosce è leggerci cose diverse ogni volta.
Otto anni fa, più ingenua e romantica, l'ho amato per l'appassionata storia d'amore tra il Maestro e Margherita (che ora non mi sembra poi così appassionata!).
Oggi, con uno stato d'animo più incazzoso e smaliziato, ne ho riconosciuto l'odio e la frustrazione, protagonisti in ogni pagina e in ogni personaggio.

Ma andiamo con ordine.

Siamo in Russia negli anni '30. La storia si svolge in soli tre giorni e parla del soggiorno a Mosca del diavolo e del suo seguito. Ovviamente ne succederanno di tutti i colori!
Poi c'è la storia nella storia, che parla di un uomo di potere che a causa della sua posizione è costretto a condannare a morte un uomo che reputa innocente e da cui è fortemente attratto. Siamo a Gerusalemme, l'uomo di potere si chiama Pilato, il condannato è un certo Ha-Nozri, da noi conosciuto come Gesù!
Tutti i personaggi del libro sono memorabili, a partire dal terribile Woland (Satana) e dalla sua scanzonata banda: Korov'ev, portavoce di Satana; Behemot, un enorme gatto nero capace di trasformarsi in uomo e vero giullare della storia, sono sue le battute più spassose e gli scherzi più riusciti; poi c'è Azazello, il tuttofare del gruppo, inquietante e pauroso; ed infine Hella, la seducente vampira che incanta i moscoviti.
Al centro della storia ci sono ovviamente il Maestro e Margherita, sfortunata coppia di amanti che si ritroverà durante la storia grazie all'intervento di Woland.
Nel mio immaginario il Maestro è un uomo noioso, con poca personalità, Margherita invece è una ricca ragazza un po' snob in cerca di avventure ed emozioni.
Attorno a questi personaggi principali ruotano tutti gli altri, i moscoviti che incontrando Satana, mettono a nudo i loro lati peggiori e si scoprono avidi e invidiosi.

Ovviamente consiglio di leggerlo e per invogliarvi ho fatto una TOP FIVE delle mie scene preferite:

5 - L'INSEGUIMENTO
Siamo nei primi capitoli del libro. Il poeta Ivan Nikolaevic Ponyrev detto Bezdomnyj si lancia all'inseguimento di un misterioso straniero (Woland) e del suo seguito, ritenendoli responsabili di un orribile incidente. L'inseguimento risulta comico e paradossale, le distanze si allungano misteriosamente, il tempo si dilata e nessuno pare stupirsi di un gatto che vuole salire sul tram pagando il biglietto.

4- NOVITÀ DA JALTA
Uno scambio paradossale di telegrammi e un altrettanto paradossale elenco di possibili scuse per spiegare razionalmente come una persona che si trovava a Mosca in poche ore sia potuta finire a chilometri di distanza.

3- IL GRANDE BALLO
Parliamo del più grande ballo della storia: il ballo di Satana. Imperdibile dall'inizio dei preparativi fino all'uscita di scena dell'ultimo ospite. La cosa più bella? La quinta dimensione dell'appartamento che ospita il ballo: un intero palazzo con grandi sale, colonne e scalinate, all'interno di un piccolo appartamento nel centro di Mosca.

2- LA POMATA DI AZAZELLO
Cito: “Dopo alcuni massaggi Margherita si guardò nello specchio e fece cadere lo scatolino... Chiuse gli occhi, si guardò ancora una volta ed esplose in una risata rumorosa”.
“Dallo specchio la trentenne Margherita era osservata da una giovane di vent'anni dai capelli scuri, naturalmente ondulati, che rideva irrefrenabilmente scoprendo i denti”.
Insomma... una crema veramente miracolosa!

1- DISTRUZIONE DELL'APPARTAMENTO DEL CRITICO LATUNSKIJ
In questa rilettura ho amato questo brano pieno di rabbia e forza. La vendicativa Margherita si trova nella condizione ideale per prendersi una piccola rivincita per un torto subito e non si fa scappare l'occasione.
“La donna volante, nuda e invisibile, si frenava ragionando tra sé, ma le sue mani tremavano dall'impazienza”. E così Margherita distrugge con grande foga e sollievo l'appartamento del critico Latunskij. Qualcosa che, ammetto, ho desiderato fare anch'io in qualche sfortunata occasione.


Infine presa dall'entusiasmo di questa lettura ho immaginato il film che vorrei vedere tratto da questo romanzo e ho iniziato a fare un mio personale casting. Ci ho preso gusto e così ho anche realizzato la locandina. Eccola qui, che ne dite ho scelto bene?


Se cerchi un giardiniere...

Michele è un ragazzo più o meno della mia età con la passione del giardinaggio.
Un po' come è stato per me con la grafica, ha deciso di trasformare la sua passione in lavoro e ha aperto una serra con l'aiuto di altri ragazzi super giovani e pieni di energia!

Per aiutarlo a raggiungere una clientela che gli somigliasse, permettendogli così di realizzare dei progetti ispirati e innovativi, abbiamo realizzato una brochure fresca e dinamica.



Pieghevole tre ante stampato su carta riciclata f.to mm 140x297

Anche il logo lo abbiamo fatto noi. Ci sono due versioni colore che contraddistinguono l'area "Azienda agricola" e quella "Giardinaggio".


Applicazione delle scritte in vinile sui vari mezzi.


Il nostro amico Baz di 4Karati al lavoro.

lunedì 4 marzo 2013

Un nuovo catalogo

Vi ricordate della Soled, azienda che si occupa di illuminazione a led?
Ne avevamo già parlato qui quando avevamo appena finito lo studio del logo.

Ora abbiamo appena terminato il catalogo e in attesa che arrivino le prime copie stampate vi propongo alcune pagine in anteprima.





Le foto di alcuni prodotti le abbiamo fatte qui in studio come potete vedere dal set allestito un po' in velocità.


Scontorno e fotoritocco hanno aiutato a valorizzare lo scatto.